Sala - Sindaco di Milano

UN PUNTO DI SVOLTA
TRA POLITICA E PROCURA

Il sindaco Sala non si dimette e sfida l’inchiesta

In questa occasione Milano segna un punto di svolta nazionale tra politica e procure. Per questo siamo concordi e solidali col sindaco Giuseppe Sala per aver deciso di non cedere alle intimidazioni dell’inchiesta che - sbrigativamente Antonio D Pietro - distingue dalle inchieste di Mani pulite.
E la dichiarazione del sindaco in apertura del consiglio, è netta anche per la distanza temporale e di comportamento rispetto alla allora cedevole classe politica: “Io ho le Mani Pulite”.
E’ la frase chiave per tre ragioni.
La prima è che respinge il tentativo della Procura di Milano di mettere sotto accusa con un “indagine di pesca a strascico” l’intera città di Milano che il sindaco politicamente e legalmente rappresenta. Una accusa che compromette il ruolo non solo economico-finanziario ma anche del peso politico della capitale morale quale è sempre stata (anche durante Mani Pulite di cui fu vittima), e a rischio il Paese che con un indagine che è un teorema  come si capisce dagli stessi giornali e media che ne riferiscono. Non è la prima volta che questo accade. Milano è troppo centrale nel peso economico e politico dell’Italia per essere considerata una zona periferica rispetto allo stesso Governo, cosa di cui la Meloni si è subito accorta, nonostante la concorrenza elettorale che metterà di fronte destra e sinistra alle prossime amministrative del ’27.

La seconda ragione ovviamente riguarda la sua dichiarazione pubblica e istituzionale di estraneità a eventuali “magheggi” che si possono essere verificati nella gestione delle singole operazioni. Questo è un punto estremamente importante - oltre la dichiarazione di incorruttibilità del sindaco - anche per un motivo strutturale che emerge dalle sue dichiarazioni di “resistenza“ nei confronti di richieste illegittime respinte, ma egualmente utilizzate dall’aggressività della Procura.
Il punto lo chiarisce sempre con il suo linguaggio mistificatorio, proprio Antonio Di Pietro in una recente intervista: “Questa non è una nuova tangentopoli, noi allora cercavamo soldi, conti correnti, conti svizzeri, Qui non ci sono soldi”. Già c'è di peggio. C’è lo scheletro di quello che era il sistema politico. a cui ha lasciato dietro si sè la porta aperta a una magitratura che vuole dare le carten in vista delle Olimpiadi del '26. Di pietro & C. ha scarnificato  l'architettura istituzionale lasciandola priva di rappresentanza politica popolare. L'astensionismo ne è la prova matematica. L'oggi è figlio di 30 anni fa. Ma aggiunge, anima candida, che ora c’è il rischio di una “maionese” in cui le indagini si mescolano con i media e costituiscono un “composto unico” per l’opinione pubblica. Di questa maionese si avvalgono i magistrati della Procura esattamente come hanno appreso dal cativo maestro, per condizionare, oggi come allora, una opinione pubblica costruita su teoremi da cui si deducono gli atti e le sinapsi contro gli oggetti dell’inchiesta. Questo è potere e centalità politca che surroga la democrazia. Un costante illecito dei magistrati, dei cancellieri e delle direzioni dei giornali che divulgano e danno spazio in pagina o in Tv a indiscrezioni che non possono essere verificate prima di essere rese note, per le vie di garanzia legale.
Giuseppe Sala stavolta ha reagito con forza alla maionese di Di Pietro chiedendo a tutti i consiglieri, guardandoli in faccia, se questo sistema delle fughe di notizie non verificate (quindi di propaganda politica) a loro tutti possa andar bene sopportare.

E così - terzo punto - richiama al primato della politica che non è solo un fatto formale, ma una determinazione di potere rappresentativo prevalente su tutta la macchina amministrativa. Il potere politico programma e gestisce per indirizzi e controlla direttamente gli uffici, che non possono andare per i fatti loro, esposti a incursioni di consuete e in molti casi di fortissime pressioni di ogni tipo, a volte intimidatorie. Ma l’apparato tecnico deve soprattutto dare informazioni e risposte in modo chiaro ma subordinato al referente politico.
Quindi non tratta, tanto meno determina. Ascolta e istruisce la pratica, ma non la decide. Se accade il contrario, è caso di infedeltà del dirigenti/funzionari. Qui si tratta - ultimo punto - di un sistema che offre garanzie di autonoma priorità nelle valutazioni ai tecnici rispetto ai rappresentanti politici. Perché - come sostenne nella sua riforma Bassanini ai tempi di Di Pietro - il “politici sono ladri”, mentre i funzionari, soprattutto se ben retribuiti, sono impermeabili all’elettorato, poiché di carriera, non fanno favoritismi, ma crescono per merito proprio. Un vero deficiente. Sembra il profilo, appunto, del sistema giudiziario che è non un potere ma un apparato amministrativo con un ordinamento specifico per il suo ruolo. Non è un terzo potere. Così come non è un quinto potere quello della burocrazia dell’Amministrazione, sia comunale che dello Stato. Questa situazione ha spinto sino all’orlo della crisi non solo il Sindaco Sala, ma tutta l’area metropolitana di Milano e l’intero Paese. Provate a pensare se a seguito delle dimissioni ci fosse stato il commissariamento prefettizio? Cosa mai accaduta a Milano dai prefetti del 25 aprile, partigiani necessari al compito, ma subito rimpiazzati dal primo sindaco eletto, Antonio Greppi, nel 1946.
La forza politica della burocrazia, che si costituisce in un nuovo ceto dominante (come previde Carlo Rosselli) sta nella debolezza della democrazia, non liturgica ma politica, dei partiti nelle istituzioni pubbliche.
Il sindaco Sala ha convenuto sulla necessità di una svolta che inauguri un colloquio con la città più intenso. Blair lo chiamava Big Talk (Grande Colloquio) in cui discutere direttamente con le comunità i provvedimenti in programma e le modalità compatibili con la situazione specifica nella loro attuazione. Un duro lavoro. Ma…
In questo duro lavoro tutto il consiglio comunale anche se ridotto all’ombra di se stesso, dovrebbe impegnarsi - almeno per disposizioni della sua Presidenza e della Conferenza dei capigruppo - nella collaborazione col sindaco e con la giunta.
Utopia? Certamente per ora. Nella assenza trentennale delle fondamenta del potere politico nella pubblica amministrazione, ancor più merito va riconosciuto a chi, come Giuseppe Sala, ha dichiarato in Consiglio - di caricarsi sulle spalle volontariamente questo vuoto democratico di legittimità che dovrebbe spettare all’intero sistema repubblicano. Rinnovato.

MILANO NON È SOLO SKYLINE

Gli interventi socio culturali in corso meno noti perché “non fanno scandalo”

Nuovi alloggi popolari calmierati, welfare, trasporti e metropolitane leggere verso le periferie, recupero delle aree del patrimonio culturale.
Un programma sociale che si affianca ai grattacieli e che impegnerà la giunta di milano nei prossimi due anni. “Questi le nuove realizzazioni che intendo lasciare a chi verrà dopo di me – ha detto il sindaco durante il suo discorso in Consiglio dove ha esclusi di volersi dimettere a seguito delle inchieste della Procura dichiarando di avere “mani pulite”.

Vediamo nel dettaglio:

 

PIANO CASA CONVENZIONATO

l Comune di Milano ha lanciato un Piano Straordinario per la Casa con l'obiettivo di realizzare 10.000 nuovi alloggi a canone calmierato in dieci anni, di cui 6.500 a Milano e 3.500 nell'hinterland. Il piano prevede interventi di riqualificazione dell'Edilizia Residenziale Pubblica e lo sviluppo di nuove abitazioni in Edilizia Residenziale Sociale Calmierata (ERSC). Il canone massimo per le nuove abitazioni sarà di 80 euro al metro quadrato all'anno. Era fissata al  28 maggio la scadenza per la presentazione delle manifestazioni d’interesse per l’attuazione del Piano straordinario per la Casa accessibile a Milano. L’Amministrazione, a seguito della ricezione di ulteriori richieste di proroga da parte degli operatori, infatti posticipato i termini del primo avviso esplorativo.
Sono giunte entro la data le proposte degli operatori privati.

Intanto  sono  le otto aree di proprietà pubblica finora messe a disposizione: Porto di Mare, via Sant’Elia (ex Palasharp), via San Romanello e via Demostene con il primo avviso, per un totale di 200mila metri quadri di superficie; via Bovisasca, via Pitagora, Pompeo Leoni e via Medici del Vascello con il secondo, per un totale di 33mila metri quadri.


L’allineamento delle tempistiche è stato deciso al fine di dare un maggior margine di tempo, data la complessità della definizione delle possibili proposte per le aree individuate, in modo da consentire la massima partecipazione dei soggetti interessati.
 
Con i due avvisi il Comune di Milano intende verificare l’interesse del settore privato a sviluppare in modo prioritario alloggi in Edilizia Residenziale Sociale Calmierata (ERSC), ossia in locazione permanente a canone calmierato.

 

WELFARE

Il Comune di Milano ha approvato un nuovo Piano di Sviluppo del Welfare che delinea le strategie e le priorità per i prossimi anni nell'ambito dei servizi sociali. Questo piano mira ad affrontare le nuove sfide e bisogni della città, con un focus su inclusione sociale, riduzione della povertà, e miglioramento della qualità della vita.

Azioni concrete previste:

  • Aumento dell'offerta di alloggi sociali: 
Il Comune ha avviato un piano straordinario per la realizzazione di 10.000 nuovi alloggi a canone calmierato, con l'obiettivo di contrastare la speculazione immobiliare e promuovere la mixité sociale.

  • Rafforzamento dell'assistenza domiciliare: 
Il piano prevede un rafforzamento dei servizi di assistenza domiciliare, con un'attenzione particolare alle persone anziane e disabili, includendo nuove tipologie di intervento come l'adattamento dell'abitazione e interventi di prossimità

  • Sostegno economico alle famiglie: 
Sono previste misure di sostegno al reddito, come la social card "Dedicata a te" e contributi per l'acquisto di beni di prima necessità, oltre a bonus per l'energia elettrica e per la mobilità.

  • Potenziamento dei servizi per i senza dimora: 
Il Comune ha potenziato i servizi per le persone senza dimora, con l'obiettivo di garantire loro accoglienza, supporto e inclusione sociale. 

 

PIANO TRASPORTI 


Il nuovo piano dei trasporti di Milano si concentra sulla mobilità sostenibile, con l'obiettivo di elettrificare completamente la flotta di autobus entro il 2030 e di integrare diversi servizi di trasporto in un'unica piattaforma digitale. Il piano include anche l'acquisto di nuovi autobus a emissioni zero, il potenziamento delle linee di superficie e metropolitane, e l'integrazione di servizi di car sharing e bike sharing. 

Ecco alcuni dei punti chiave del nuovo piano dei trasporti di Milano:

  • Elettrificazione della flotta di autobus: 
ATM ha in programma di raggiungere una flotta di 510 autobus elettrici entro il 2026, grazie a fondi del PNRR, e di completare l'elettrificazione totale della flotta entro il 2030, con l'obiettivo di azzerare le emissioni. 

  • Potenziamento delle linee di superficie e metropolitane: 
Il piano prevede l'aumento delle corse su alcune linee di superficie e l'aggiunta di treni aggiuntivi nelle ore di punta nelle metropolitane. Sviluppo di Metropolitane leggere di superficie.

  • Integrazione dei servizi di trasporto: 
Si sta lavorando per creare una piattaforma digitale che permetta di acquistare e utilizzare diversi servizi di trasporto, come trasporto pubblico, car sharing, bike sharing e parcheggi, in un'unica app.

 

RECUPERO (ANCHE AL VERDE) DEL PATRIMONIO CULTURALE STORICO.
L’ANFITEATRO ROMANO DEL 4 SECOLO (GRANDE COME IL COLOSSEO)

Il Museo e il parco dell’Anfiteatro si collocano all’interno di un più vasto progetto di sito archeologico che collegherà tutte le aree dove sorgeva la parte più antica della città, la Milano romana, sede, con Treviri, dell’Impero romano d’Occidente fino al 400 DC. 
La Milano romana, tra via De Amicis, l’Antiquarium e via Arena, si estende all’incirca dalle Colonne di San Lorenzo, con i mosaici della cappella di Sant’Aquilino, al parco delle Basiliche con Sant’Eustorgio, fino all’Anfiteatro Imperiale, il più grande d’Italia dopo quello di Roma e di Capua.
L’Anfiteatro, originariamente grande quasi come il Colosseo con un’altezza di 36 metri e una capienza di 35 mila posti, veniva usato per i duelli dei gladiatori e le venationes, combattimenti tra uomini e animali. Distrutto durante le invasioni barbariche del V secolo, parte delle rovine superstiti fu utilizzata per la costruzione della chiesa di San Lorenzo.
Il Comune di Milano ha dato alla Sovrintendenza, in comodato d’uso gratuito, l’area dell’anfiteatro compresa tra via De Amicis 17 e via Arena per la realizzazione di un parco archeologico innovativo. Con il supporto di Italia Nostra, In questo spazio la Sovrintendenza sta portando a termine il progetto di creare un Amphitheatrum naturae, un viridarium, dove gli elementi architettonici mancanti saranno evocati da parti arboree presenti in epoca romana.
L’idea sottesa è quella del verde che integra e definisce le rovine, con elementi archeologici, sia quelli già noti sia quelli che stanno emergendo con gli scavi, in armonia con le siepi di bosso, il mirto e il ligustro e i filari di cipressi.
Il parco, realizzato dalla Soprintendenza Archeologica a seguito di un accordo di programma con il Comune di Milano e grazie all’utilizzo di fondi ministeriali, è collocato nel luogo dove sorgeva un grande anfiteatro romano a pianta ellittica, lungo 155 metri e largo 125, in grado di ospitare fino a 35.000 spettatori e che fu distrutto dalle invasioni barbariche nel V secolo. Le fondamenta furono scoperte durante scavi archeologici iniziati nel 1931 completati negli anni ‘70.

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